Oberto Pelavicino
Oberto Pelavicino (1197? - 1269)
Nella seconda metà del Duecento in Italia Settentrionale, si susseguirono varie dominazioni cittadine, tra cui quella dei Pelavicini.
Questa casata marchionale è stata una delle signorie pluricittadine del Nord Italia, ma a differenza delle signorie più importanti, quella dei Pelavicini è stata sottovalutata dagli storici, anche per la scarsità di fonti pervenute.
I signori duecenteschi, costruirono le loro basi di potere sul controllo territoriale, attraverso la formazione di rapporti clientelari e anche sulla mediazione tra le forze cittadini e quelle regionali.
In queste nuove formazioni di potere, si distinse l'esponente più importante degli Obertenghi-Pelavicini; Oberto; figlio di Guglielmo Pelavicino e di Solusta Platoni, diventato vicario di Federico II e del figlio Corrado IV tra il 1249 e il 1266, signore di diverse città come: Cremona, Piacenza, Brescia e Pavia.
Oberto ereditò vasti territori e castelli dell'area padana, che sfruttarono prima i suoi antenati e poi lui per la riscossione del pedaggio, in queste zone molto transitate.
Il loro dominio era basato oltre che dai possessi fondiari e dal controllo dei castelli, anche dai rapporti vassallatico beneficiari con le aristocrazie signorili.
La fama di Oberto Pelavicino ebbe inizio nel 1239, quando Federico II gli diede il ruolo di vicario imperiale, di alcuni territori padani e la podestà della città di Pavia.
Nel 1249 Federico II concesse al Pelavicino, territori e castelli, negli episcopati di: Parma, Piacenza, Volterra e Cremona.
Proprio a Cremona Oberto esprimerà il massimo del suo potere, rispetto ad altre città sotto il suo controllo, divenendo nel 1249 podestà; ruolo datogli da Federico II, per riportare la città cremonese in mano alla fazione imperiale.
La fedeltà del marchese verso l'imperatore, non lo consolidò solamente nella sua posizione, ampliando la sua signoria ma anche nella sopravvivenza economica della propria famiglia.
La scelta di Federico II su Oberto Pelavicino, cadde sulle sue abilità militari, ma anche sul suo carisma che era fondamentale per guidare un esercito numeroso e multietnico.
L'adesione al partito filo-imperiale di Oberto, lo inserì in una fitta rete di rapporti sovra-locali, che lo portavano ad evitare l'isolamento politico.
Il Pelavicino mantenne la podesteria su molti comuni di area padana e anche il titolo vicariale con Corrado IV; con la morte dell'imperatore, Oberto assunse la podesteria perpetua.
Questo significava che il potere era più radicato nel mondo urbano rispetto a quello imperiale, anche perché ora il marchese non era più mediatore tra la parte imperiale e quella urbana, ma reggente cittadino.
Bibliografia:
Maddalena Moglia, Il Marchese e le Città, Le Signorie di Oberto Pelavicino (1259-1266)
Immagine sottostante: Il Codice Pelavicino è un grosso volume medievale in cartapecora del 1241. Proprietà del Capitolo della Cattedrale di Luni-Sarzana è conservato nella sede della Biblioteca Niccolò V di Sarzana.