Pietro III d'Aragona

Pietro III d'Aragona
Pietro (re d'Aragona, di Catalogna, di Sicilia)
 
A cura di Alberto Gentile
 
Pietro, primogenito di tre figli maschi, nacque a Valencia nel 1239 da Giacomo I il Conquistatore (re d'Aragona, di Valencia e Maiorca e conte di Barcellona) e della sua seconda moglie, Violante figlia del re di Ungheria. 
Sin dai primi anni di vita a Pietro furono destinati i regni di Valencia e Maiorca e la signoria di Montpellier, la signoria del Rossiglione e della Cerdanya. Nel 1257 fu nominato procuratore per la Catalogna. Nel 1262 a Pietro furono destinati i regni d'Aragona e Valencia e le contee catalane.
Il 15 luglio del 1262, a Montpellier, Pietro sposò Costanza di Sicilia, figlia del re di Sicilia Manfredi e di Beatrice di Savoia, aprendo così la strada a una possibile rivendicazione dell’eredità del Regno siciliano da parte della dinastia aragonese. Questo matrimonio era stato voluto da Manfredi ed è da considerare il frutto un abile azione diplomatica con la casa d’Aragona, infatti, è difficile comprendere come Giacomo I abbia acconsentito che l’infante Pietro si unisse in matrimonio con la figlia di un nemico del Papa a cui lui doveva obbedienza.
Quando, il 26 febbraio del 1266, nella battaglia di Benevento Manfredi venne sconfitto e perse la vita per mano delle truppe di Carlo I d'Angiò, il regno passo nelle mani dei francesi, allora alcune delle più influenti famiglie siciliane come i Lauria, i Lanza e i Procida si rifugiarono in Aragona.
Nel 1275, Pietro dovette affrontare una rivolta in terra d’Aragona.
Alla morte del padre avvenuta nel 1276 Pietro ereditò il Regno di Aragona (con il nome di Pietro III) e il Regno di Valencia (con il nome di Pietro I), la contea di Barcellona (con il nome di Pietro II) e le altre contee catalane e in novembre fu incoronato a Saragozza, suo fratello Giacomo ereditò il Regno di Maiorca.
Ben presto Pietro dovette affrontare una serie di rivolte. Dopo aver domato i nobili catalani e aragonesi ribelli e i suoi stessi fratelli minori, e sconfitti i Mori di Valencia, seppe assicurarsi, con molta abilità, una rete di appoggi internazionali, che gli consentì di avanzare diritti al trono di Sicilia, in nome della moglie Costanza. Pietro aveva contatti con la nobiltà siciliana scontenta della dominazione angioina.
Nel giugno del 1282, sbarcò in Barberia, vicino a Tunisi, e qui estese il suo protettorato. Nel frattempo la continua attività espansiva del re angioino, la gestione politica affidata ai francesi e l’eccessiva imposizione fiscale causarono grande malcontento particolarmente in Sicilia. Questa politica autoritaria e vessatoria e la perdita del ruolo di capitale di Palermo portò i siciliani alla ribellione che esplose il 30 marzo del 1282 a Palermo prima della funzione dei vespri. In breve tempo quasi tutti gli Angioini furono mandati via dall’Isola.
Il 25 luglio, Carlo, con l’appoggio del papa, sbarcò in Sicilia con le truppe destinate alla guerra greca e assediò Messina, che resistette per ben due mesi.
Durante i Vespri Siciliani, i siciliani inviarono una delegazione in Nordafrica che offrì a Pietro la corona del Regno di Sicilia. Pietro sbarcò a Trapani il 30 agosto con circa 9000 soldati e riuscì, in meno di un mese, a liberare l’Isola dai francesi.
Pietro III d’Aragona sbarca a Trapani, dal codice Chigi della Cronica del Villani (Biblioteca Vaticana). Il sovrano è collocato nella barca superiore ed ha sul capo una corona.
 
Dopo essersi proclamato re di Sicilia nominò Ruggero di Lauria capo della flotta e Giovanni Da Procida Gran Cancelliere del regno aragonese di Sicilia. Nello stesso tempo dispose separazione della successione tra regno aragonese e regno siciliana.
Da lì a poco giunse l’anatema del pontefice Martino IV, che non lo riconobbe re di Sicilia, anzi lo dichiarò decaduto anche dal regno di Aragona che offrì a Carlo terzogenito (secondogenito vivente) del re di Francia, Filippo l'Ardito e futuro conte di Valois.
Pietro, allora lasciata la moglie Costanza in Sicilia come reggente, nel maggio del 1283, rientrò in Aragona. Pietro III riuscì a placare i ribelli aragonesi e catalani concedendo loro distinti privilegi (Cortes di Barcellona, 1284).
Carlo, nel luglio del 1283, tentò un'invasione della Sicilia concentrando una flotta a Malta, ma l'ammiraglio Ruggero di Lauria sventò il tentativo sorprendendo la flotta e distruggendone una parte.
Il 5 giugno del 1284 ci fu un nuovo scontro tra la flotta Aragonese e quella Angioina guidata dal figlio di Calo I, Carlo lo Zoppo. La flotta Aragonese ebbe la meglio, così Carlo dovette momentaneamente rinunciare alla riconquista della Sicilia e si recò in Puglia per riorganizzarsi. Durante questo viaggio si ammalò gravemente e morì a Foggia il 7 gennaio 1285.
Pietro III morì a Vilafranca del Penedès, l'11 novembre 1285 lasciando i regni di Aragona e di Valencia, le contee catalane al figlio primogenito Alfonso.
Per rappacificarsi con la chiesa, penso di rinunciare al regno di Sicilia il cui trono spettava al figlio secondogenito Giacomo, ma questi non rinunciò e si recò immediatamente in Sicilia.
Pietro III fu sepolto nel monastero della Santa Croce, nelle vicinanze di Aiguamúrcia.
Il 2 febbraio 1286 Giacomo, figlio di Pietro re d’Aragona, ricevette in una Palermo in festa, la corona di re di Sicilia.